Descrizione del Prodotto
Il frutto di dimensioni medio-grandi (max 85 frutti/kg) si presenta di forma prevalentemente semisferica, a volte rotondeggiante con pericarpo di colore marrone-bruno e strie scure poco evidenti. Il seme ha un episperma sottile, liscio, abbastanza aderente con settatura inferiore al 5% e polpa consistente di sapore dolce. Il Marrone di Roccadaspide, pur rappresentando solo una piccola parte dell’intera superficie castanicola salernitana, interessando attualmente una superficie di oltre 4.200 ettari, è una produzione di grande interesse suscettiva di espansione in quanto riesce, grazie alle sue qualità pregiate, a spuntare prezzi relativamente più elevati sui mercati. Il consumo fresco rappresenta per il Marrone di Roccadaspide uno sbocco limitato, in quanto la maggior parte della produzione è avviata alle industrie di lavorazione (90% circa) dalle quali è particolarmente richiesta per le sue caratteristiche morfologiche.
Cenni storici
Come per le altre castagne caratteristiche della Campania anche questa cultivar è legata da lungo tempo alla storia della nostra regione nella quale sarebbe presente nella zona dei Picentini sin dal secolo XI d.C. Preziosi manoscritti, conservati nell’archivio della Badia di Cava, documentano l’esistenza già nel 1183-84 di castagneti nel Cilento. La parola “marrone” deriverebbe dal nome dell’antica città Tracia di Marronea, mentre il termine “castagna” deriverebbe: o da “kashtah” che in persiano significa frutto secco, o da “Kastania”, villaggio della Tessaglia, oggi in Grecia.
Area di produzione
La zona di produzione localizzata nella provincia di Salerno ed in particolare nell’area che comprende gli Alburni, il Calore e una buona parte del Cilento, coincidente in buona parte con il territorio del Parco del Cilento e Vallo di Diano.
Marchio I.G.P. del Marrone di Roccadaspide
Il Ministero delle Politiche Agricole ha riconosciuto la Protezione transitoria nazionale con D.M. 14 febbraio 2005, pubblicato sulla G.U. n. 53 del 5.03.05.